Come scrivere il tuo primo romanzo

Diventare uno scrittore è un sogno condiviso da molte persone: scrivere un romanzo di successo, ottenere una pubblicazione con una casa editrice, poter vedere la propria opera in libreria e sapere che migliaia di lettori potranno appassionarsi alla tua storia e ai tuoi personaggi…non male come quadretto, vero?

Ma si sa, realizzare questa ambizione è tutt’altro che facile, e l’aspirante scrittore si trova spesso a dover affrontare moltissimi problemi lungo il suo cammino: come trovare la storia giusta? Come svilupparla a dovere? Come fare quando, a un certo punto, l’ispirazione si affievolisce e sembra inevitabile abbandonare a metà la propria opera?

Se sei un aspirante scrittore e ti sei imbattuto in alcuni di questi ostacoli, non temere, è perfettamente normale: il romanzo è uno dei sistemi più complessi mai creati dall’uomo per comunicare, e scriverne uno non è un’impresa da poco. Ma non preoccuparti, questo articolo è il tuo giubbotto di salvataggio per scoprire passo per passo come scrivere il tuo primo romanzo di successo.

Indice:

1. Come scrivere il tuo primo romanzo: le fasi preliminari

1.1. Cos’è una storia?

1.2. Come trovare una storia che funzioni

2. Costruisci le fondamenta del tuo romanzo

2.1. Scrivi la bozza del tuo romanzo

2.2. Scrivi la sinossi del tuo romanzo

2.3. Scrivi la scaletta

2.4. Scrivi una scheda dei personaggi

3. La stesura del tuo romanzo

3.1. La scaletta è sacra

3.2. Show, don’t tell: come costruire le descrizioni

3.3. Goditi il viaggio

1. Come scrivere il tuo primo romanzo: le fasi preliminari

Per poter scrivere un romanzo, è necessario prima di tutto avere l’idea per una storia. Potrebbe sembrare un’affermazione degna di Capitan Ovvio, ma non bisogna sottovalutare l’importanza dell’idea madre del tuo romanzo, della storia che andrai a sviluppare per dare vita alla tua prima opera. Se l’idea di partenza è debole, sarà molto difficile che da essa scaturisca un’opera ben strutturata e appassionante, e per produrre l’idea giusta bisogna capire che alla base di un romanzo ci sono delle precise regole che riguardano il funzionamento di una narrazione. In pratica, è essenziale avere ben chiaro che cosa sia una storia, prima di crearne una. 

1.1. Cos’è una storia?

Prima di buttarti nell’impresa di scrivere un romanzo, è necessario capire cos’è una storia: molto semplicemente, essa è un percorso che porta un personaggio da un punto A ad un punto B, attraverso il quale egli matura e cresce. Una storia quindi è un viaggio in cui ogni avvenimento, ogni particolare ha un senso che va oltre quello letterale, perché partecipa allo sviluppo e alla crescita del personaggio. Per semplificare, si potrebbe dire che qualsiasi storia è composta da tre fasi distinte: stasi, rottura dell'equilibrio iniziale, ritorno.

Ma una storia non è solo questo: essa infatti è soprattutto un mezzo per elaborare un’esperienza, una serie di valori, di sentimenti, ed è un ottimo alleato nella trasmissione di tutti questi elementi agli altri (in questo caso, i lettori). Per questo il romanzo è uno strumento potentissimo, ideato dall’uomo per comunicare con altri, per istruire, tramandare conoscenze, condividere la propria anima. Non si tratta di un meccanismo individuale, ma collettivo: un romanzo è una questione di società, di collettività, vuole parlare e riguardare tutti gli uomini del suo contesto di nascita.

Questo, caro scrittore, devi sempre tenerlo ben in mente: la tua storia non è solo tua, ma esiste in quanto si trova in un sistema universale che comunica con tutte le altre storie scritte prima e dopo, e immettendosi in questo sistema lo modifica. Questo è ciò che fa una storia ben progettata: ha le potenzialità per cambiare il mondo.

1.2. Come trovare una storia che funzioni

Dopo questa retorica frase a effetto, torniamo sulla Terra: forse ti abbiamo spaventato alzando pericolosamente la posta in gioco, ma l’ambizione è essenziale per diventare uno scrittore, mentre la mediocrità è la tua peggior nemica.

Dunque, una volta compreso cosa sia una storia, cerchiamo di capire come trovarla. Come si fa a produrre la giusta storia per un romanzo di successo? Dove cercare l’ispirazione, e come capire se l’idea che abbiamo avuto è giusta?

Un romanzo, per funzionare, deve nascere da una reale, genuina e potente esigenza di narrare: la storia che scegli di raccontare deve bruciarti dentro, devi scalpitare per volerla raccontare, smaniare per portarla agli occhi dei tuoi lettori.

Per capire qual è la storia capace di farti sentire così, la prima cosa da fare è ascoltarti, devi riflettere e interrogarti a fondo. Di che cosa vuoi realmente parlare? Qual è la cosa che tu, solo tu e proprio tu puoi raccontare in un modo che nessun altro potrebbe fare? Non sottovalutare assolutamente questo elemento: un romanzo può anche essere scritto benissimo, con una tecnica e uno stile impeccabili, ma se non ha sostanza, se non ha cuore, non vale nulla.

Devi essere pronto a raccogliere gli spunti che la quotidianità ti offre in ogni momento, con la mente sempre pronta a captare quel guizzo nel tuo animo che ti segnalerà che quello, proprio quello, è un elemento di cui vuoi parlare. Il frammento di umanità che ti serve per scrivere il tuo romanzo è proprio lì, nella tua vita di tutti i giorni, devi solo riconoscerlo e afferrarlo.

Ma “sentire” la propria storia non basta per scrivere un romanzo: bisogna conoscerla perfettamente. Devi capirla in ogni sua sfaccettatura e in ogni suo dettaglio, come fosse una parte di te. È quindi essenziale che tu ti prenda del tempo per entrare in confidenza con la storia che vuoi narrare: solo così potrai capire qual è il tono giusto per raccontarla, quale punto di vista scegliere, cosa dire e cosa omettere, e così via.

E se non vi fidate di noi, fidatevi di Hemingway e della sua nota Teoria dell’Iceberg:

“Tutto quel che conosco è materiale che posso eliminare, lasciare sott’acqua, così il mio iceberg sarà sempre più solido. l’importante è che quel che non si vede. Ma se uno scrittore omette qualcosa perché ne è all’oscuro, allora le lacune si noteranno”.

Chiaro? Se c’è qualcosa della tua storia che non hai approfondito, qualcosa che ti sfugge nella tua trama, prima o poi emergerà.

Per questo devi scrivere di qualcosa di tuo, di qualcosa che davvero senti l’urgenza di raccontare e che conosci e capisci fino in fondo. Solo così la tua storia sarà credibile agli occhi del lettore, che, non dimenticartelo, leggendo deve sospendere la sua incredulità, immergersi nella storia che ha davanti agli occhi e sentire che è vera. Come scrittore, devi riuscire ad abbassare le difese del tuo lettore e fargli dimenticare che sta leggendo un’opera di fantasia: lo aveva già capito Coleridge nel 1817, quando parlava di “Suspension of disbelief for the moment”, sospensione momentanea del dubbio.

Per cui, cerca di considerare questa fase non come una creazione di una storia, ma come un ritrovamento per mezzo della tua memoria. Non sei un artigiano che modella un materiale e crea un oggetto dal nulla: sei un archeologo che porta alla luce qualcosa che era sepolto. Sepolto dove? Ma dentro di te, naturalmente. Per questo è così importante recuperare quella storia solo tua, che parla di ciò che per te è veramente pregnante e rilevante.

1.3. Costruisci le fondamenta del tuo romanzo

Caro scrittore, probabilmente ora starai scalpitando di impazienza pensando che finalmente siamo arrivati a parlare della fase clou, al momento in cui finalmente si posano le penne sul foglio: spiacente di deluderti, ma non è così.

Dopo aver trovato l’idea per il tuo romanzo, non è ancora arrivato il momento di scrivere! Devi pazientare ancora un pochino. La cosa più sbagliata che puoi fare, infatti, è partire in quarta costruendo il tuo romanzo senza aver ancora gettato delle solide basi.

Pensaci: quando si costruisce una casa, non si parte certo dai muri o dal tetto, ma si comincia dalle fondamenta. Altrimenti crollerà tutto! La stessa cosa vale per la costruzione di un romanzo: devi avere delle solidissime fondamenta da cui partire prima di lanciarti nella stesura vera e propria della tua opera.

Vediamo come!

2. Scrivi la bozza del tuo romanzo

Hai trovato la tua idea, che finora esiste solo nella tua testa o scritta alla rinfusa su qualche blocco di appunti. Ora è arrivato il momento di dare una direzione precisa al girovagare della tua mente creativa: scrivi una bozza breve, di due/tre pagine al massimo.

Prova a spiegare la vicenda, l’inizio, lo svolgimento e la fine, descrivendo i personaggi e i luoghi: metti sulla carta le suggestioni, i caratteri dei tuoi personaggi, gli eventi che hai deciso di raccontare. In questa fase tutto è ancora molto provvisorio: scrivendo ti verranno in mente altre idee, altri sviluppi possibili, e non potrai ancora sapere la giusta gerarchia da dare agli elementi o quali parti sono da sviluppare di più o di meno.

Questa piccola bozza ti serve solo per verbalizzare ciò che hai ideato e metterti di fronte alla tua idea: il passaggio successivo, molto più complicato, ti permetterà di arrivare al nocciolo della tua storia e di capire cosa è veramente necessario in essa.

Un piccolo trucco in questo senso può essere il cosiddetto test delle 25 parole: sei in grado di riassumere la tua opera fino all’osso? Diciamo, 25 parole massimo? L’idea alla base del test è che nel caso in cui l’operazione di sintesi non ti venga in maniera abbastanza sciolta o non ti riesca affatto, allora significa che non conosci ancora abbastanza bene la tua storia e che devi chiarire ancora molte cose a livello di trama.

2.1. Scrivi la sinossi del tuo romanzo

Ora che hai sviscerato la tua storia e ne conosci la vera essenza puoi affermare di avere per le mani la struttura portante del tuo romanzo, il suo scheletro. Ma non è ancora il momento di iniziare a scriverlo: prima devi occuparti della sinossi. È un lavoro che metterà a dura prova la tua pazienza, perché sicuramente a questo punto avrai una voglia matta di cominciare la stesura della tua storia, che dopo tutto questo lavoro preliminare senti pronta per esplodere dalle tue dita già tremanti sulla tastiera del pc.

Pazienta ancora un poco: la sinossi è uno strumento che ti sarà utilissimo durante la scrittura, perché ti obbligherà ad affrontare in anticipo tutti i problemi della trama. In questo modo, in fase di stesura potrai davvero concentrarti sullo stile, sulla forma, sulla resa della tua storia, senza rischiare di bloccarti per giorni su uno snodo pensando “E ora cosa faccio succedere? Come si risolve questa situazione?”.

Nella sinossi che scriverai deve esserci tutto: protagonisti, antagonisti, contesto, e ogni singola parte dello svolgimento, compreso il finale. Questo, scrittore, è oro colato: grazie a questo sforzo preliminare che hai fatto, sarai libero di procedere nella stesura ponendo la massima cura in tutto il resto.

2.2. Scrivi la scaletta

La scaletta costituisce un passaggio preliminare essenziale, soprattutto per uno scrittore esordiente. Ti servirà per avere bene in mente la successione cronologica degli eventi del romanzo, e per scriverla devi cercare di dividere la storia in scene, ovvero in una lista di eventi significativi.

È importante che la tua scaletta porti ad emergere uno sviluppo, una progressione della storia. La sinossi che hai scritto precedentemente, per riprendere la famosa definizione di Vladimir Propp, corrisponde alla fabula della tua storia, perché segue i fatti in successione logica e cronologica. La scaletta invece ha molto più a che fare con il concetto di intreccio, perché riguarda la disposizione con cui si sceglie di narrare gli eventi, il loro montaggio.

Questo infatti può procedere attraverso flashbacks, anticipazioni o momentanee interruzioni dell’azione per l’inseguimento di un pensiero o di una riflessione. La scaletta serve quindi a modellare il materiale della sinossi per renderlo più accattivante e suggestivo, e sarà una guida utilissima durante la tua stesura per ricordarti sempre a che punto sei e cosa viene dopo. Parliamo di un lavoro di al massimo due pagine, perché deve essere facile da consultare mentre si scrive.

2.3. Scrivi una scheda dei personaggi

Questo passaggio preliminare non è ritenuto essenziale da tutti, ma noi crediamo che possa essere un valido esercizio per rinforzare al massimo gli elementi della tua storia e costruirti una solida base che ti sosterrà durante il corso della stesura.

La scheda dei personaggi, infatti, è un’impalcatura che serve a te, scrittore, per costruire mattone su mattone la tua storia. Questa dovrà contenere le informazioni primarie sui tuoi personaggi:

- nome e cognome (soprannome, in caso ci sia)

- età

-  background storico e sociale

- ruolo nella storia

- caratteristiche fisiche e caratteriali.

È necessario scrivere la scheda dei personaggi principali, quelli che guidano l’azione e che portano allo sviluppo della storia: grazie ad essa ti sarà più semplice capire il tuo personaggio, renderlo coerente all’interno del suo percorso e assegnargli delle caratteristiche peculiari riconoscibili, che lo rendono proprio quella persona e non un’altra. Inoltre,  la scheda del personaggio ti aiuterà nel momento della stesura dei dialoghi, perché avrai già ben chiaro che tipo è il tuo personaggio e come parla. Solo così potrai davvero immedesimarti in lui e creare dei dialoghi credibili.

Conclusa questa fase, caro il mio scrittore, siamo finalmente giunti al momento tanto atteso: proprio così, puoi cominciare a scrivere il tuo romanzo.  

3. La stesura del tuo romanzo

Se sei arrivato fino a questo punto senza ridurti come Jack Torrance in The Shining, hai tutto ciò che ti serve per iniziare la stesura vera e propria del tuo primo romanzo. Ovviamente, gli strumenti che hai costruito così faticosamente fino ad ora non vanno messi nel dimenticatoio, ma usati con dedizione lungo tutto il percorso. Vediamo quindi quali sono i consigli più utili che potrai mai sentire sulla stesura del tuo romanzo.

3.1. La scaletta è sacra

Ti ricordi la fatica che hai fatto per mettere giù la scaletta? Ora non vorrai mica tradirla e procedere a scrivere senza seguirla, cominciando dalle scene che ti sembra di avere più nitide in mente? Evita nel modo più assoluto di farti corrompere da questo impulso. Se la tua capricciosa Musa ti ha ispirato una scena centrale nel libro, ma stai ancora scrivendo le prime battute, non cedere alle sue lusinghe: ci arriverai a tempo debito. La tua opera deve seguire delle fasi precise per crescere forte e sana: non saltare dei pezzi o lo sviluppo dei tuoi personaggi e la coerenza della tua narrazione potrebbero soffrirne.

Inoltre, togliti dalla testa l’idea che lo scrittore sia uno spirito libero dalle regole del lavoro convenzionale, un genio ribelle che scrive solo quando l’ispirazione lo travolge. Questo significa che dovrai organizzare il tuo tempo in modo da dedicare sempre qualche momento alla scrittura: può essere qualche ora al giorno o alla settimana, non importa, ciò che importa è che tu rispetti la tua tabella di marcia e che continui la tua stesura anche quando sei stanco, anche quando c’è la finale di Masterchef in televisione, anche quando hai una pizzata con gli amici. Scrivi di notte piuttosto o in pausa pranzo. Lo so che sembra estremo, ma, caro scrittore, non ti sei scelto un mestiere facile.

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Per produrre un romanzo, che ti ricordo essere il più complesso dei sistemi con lui l’essere umano ha imparato a raccontare storie, ci vogliono disciplina e dedizione estreme. Chiaro? Dopo questo momento da Sergente Maggiore Hartman, proseguiamo con le regole da tenere a mente durante la stesura.

3.2. Show don’t tell

Passiamo ad un consiglio più pratico da tenere a mente durante la stesura delle descrizioni, soprattutto quelle che riguardano il comportamento dei personaggi. Caratterizzare un personaggio attraverso il suo modo di parlare, vestirsi o reagire agli eventi è molto più efficace e interessante che spiegarlo direttamente al lettore: questo è ciò che si intende per “Show, don’t tell” (in italiano “Mostra, non raccontare”).

Un esempio pratico? Il vicequestore Rocco Schiavone, protagonista della serie di romanzi gialli di Antonio Manzini. Si tratta di un personaggio con un carattere molto ben definito, che sembra quasi uscire dalle pagine del libro e palesarsi davanti al lettore con il suo modo di fare rude, romanaccio e sarcastico, con il suo guscio ruvido che nasconde un interno tenero e morbidone. Ma tutte queste informazioni, Manzini le ha per caso date direttamente? Assolutamente no, non si perde mai tempo a descrivere il carattere di Schiavone: emerge naturalmente dal suo modo di parlare, dalla sua storia personale, dai suoi comportamenti. E questa modalità è molto più intrigante e coinvolgente.

Lo stesso vale per i processi emotivi che attraversano i personaggi: gioia, paura, ansia, rabbia… più che spiegare queste emozioni, prova a mostrare l’effetto che hanno sul tuo personaggio. Una mano tremante, il battito accelerato, una goccia di sudore freddo che scivola lungo la schiena…sono esempi di immagini molto evocative che creeranno empatia con il lettore e gli faranno subito capire lo stato d’animo del personaggio, senza bisogno di spiegare nulla di più.

3.3. Goditi il viaggio

Se sei arrivato fin qui è ovvio che ora sarai alle prese con la scrittura della tua opera, e qui i nostri consigli si fermano, perché ora sta a te creare qualcosa di unico e tirar fuori quello che hai dentro.

Un ultimo consiglio prima di salutarci: scrivere un romanzo è un’impresa che richiede molto tempo, perciò non essere impaziente. Potrebbero volerci mesi di blocco prima di riprendere la storia da dove l’avevi lasciata, ma questo non deve intimidirti. Se hai seguito tutte le nostre indicazioni ti basterà lasciar passare del tempo, poi riprendere in mano scaletta, sinossi e scheda dei personaggi e vedrai che le parole torneranno naturalmente a fluirti nella mente!

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